La Galleria San Francesco di Reggio Emilia presenta, dal 4 al 26 febbraio 2017, "L'utopia di Achille Incerti" (Zurigo, 1907 - Reggio Emilia, 1988).
Si legge nel testo di presentazione: «Ospitare una mostra di opere di Achille Incerti in un piccolo spazio espositivo significa fare scelte impegnative. Achille Incerti nasce a Zurigo nel 1907 e inizia a dipingere giovanissimo; scompare nel 1988 pochi anni dopo aver terminato l'illustrazione della Divina Commedia. Un'immensa produzione pittorica e grafica dal più famoso ciclo del sanatorio, ai manifesti, i ritratti, la Commedia, i coloratissimi fiori. L' impegno sociale. Ecco come piace ricordarlo in questa esposizione. Achille Incerti più artista che pittore: denuncia tra gli anni '60 e '70 le nefandezze di una società già vecchia e decadente, putrida e trasformista. Illustra una collettività distopica, anti-utopica, altamente indesiderabile e spaventosa, in aperta polemica con le tendenze comunemente avvertite nei suoi anni: una massa compatta di piccoli esseri che si muovono ignavi della distruttiva direzione che a loro viene indicata come progresso e modernità; un brulicare di individui senza anima e senza ragione che arranca per raggiungere il culmine di successi illusori (per tutti, "Gli esibizionisti ", 1963). E se le masse sono il soggetto del biasimo e lo spettatore è chiamato a giudicare, mentre le osserva dall' alto in basso, l'essere umano e la donna, in particolare, vengono ritratti alla pari, quasi a dimensione reale: ne “L' incontro delle razze“, in copertina del presente catalogo, giovani donne si ritrovano nella piazza di una città ideale, forse la città della comunicazione, e qui condividono pensieri e diversità; hanno teste allungate (a pera le definì Liano Fanti in “Paese sera“) e ivi moltiplicano sia le stirpi, perché hanno un compagno in secondo piano, sia le idee, perché, per citare Bernard Shaw, se tu hai un idea, ed io ho un idea, e ce la scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee". Utopia del ritorno a una società matriarcale, con più precisione a una ginecocrazia egualitaria, con anfibi da ginnastica e camicioni hippies di diverso colore pastello, come diverso è il colore della pelle. Pittore visionario, modernissimo, anzi contemporaneo, ingiustamente nominato da una provinciale critica cittadina come pittore locale, pittore reggiano, pittore naif, come se l'appartenere ad una di queste categorie fosse un minus, una lettera scarlatta che impedisce notorietà e, sopratutto, bravura! Non sono mancate opportunità e conoscenze! Dopo aver sperimentato le metropoli, Milano prima e poi Roma, ove conosce Cesare Zavattini con cui stringe un rapporto di amicizia, Achille Incerti ha volontariamente rinunciato a una carriera oramai aperta per vivere in una piccola e tranquilla città, perché voleva fare la cosa che amava di più: semplicemente dipingere. E qui, nella piccola città provinciale, rimangono le sue grandi e bellissime tele, loro, sì, eterne, immortali, in divina solitudine».
Inaugurazione: sabato 4 febbraio 2017, ore 17.00. La mostra sarà visitabile fino al 26 febbraio 2017 tutti i pomeriggi con orario 16.00-19.30, chiuso martedì e giovedì. Ingresso libero.
Nel corso della mostra si terranno due incontri: sabato 25 febbraio, ore 17.00, per Arte e Poesia, "Poesia dell'impegno tra gli anni '60 e '70", a cura di Giovanni Laurent Cossu; domenica 26 febbraio, ore 17.00, per Lezioni di Storia, "Anarchia come utopia in Achille Incerti", incontro con il prof. Adriano Vignali.
Per informazioni: www.galleriasanfrancesco.com.