Se non riesci a visualizzare clicca qui
 
 
LE MOSTRE DA NON PERDERE by CSArt
10+1 idee per una gita fuori porta nel periodo delle feste.
 
 
Veduta della mostra Ab umbra lumen - Galliani incontra Bibiena, Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo, Piacenza, 2022. Ph. Carlo Vannini
Ab umbra lumen
Al Piccolo Museo della Poesia di Piacenza, Galliani incontra Bibiena
 
A Piacenza, all’interno di una chiesa barocca affrescata da Ferdinando Galli Bibiena, ha sede il Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo, una realtà culturale unica al mondo che consente di toccare con mano la Poesia, collante di tutte le arti.

Il Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo, in sinergia con “LABiennale POESIA e oltre”, di cui il Museo è tra i soci fondatori, presenta fino al 24 settembre 2022 la mostra “Ab umbra lumen. Galliani incontra Bibiena”: un dialogo affascinante, e per certi versi abissale, tra un grande maestro contemporaneo, Omar Galliani, e il maestro del quadraturismo barocco, Ferdinando Galli Bibiena, artefice dell’affresco della cupola.

Curato da Massimo Silvotti (ideatore e direttore generale del Museo), il progetto si configura come una sorta di bi-personale sui generis, in cui tutto si rovescia e moltiplica per il tramite di una grande pedana rifrangente che raddoppia i quadri e gli affreschi. Il percorso espositivo comprende una quindicina di opere di Omar Galliani, distribuite all’interno della Chiesa e negli attigui locali dell’Oratorio di San Cristoforo, sede della Biblioteca di Poesia contemporanea. Se nella Chiesa è presentata una selezione di grandi disegni su tavola, tra cui i tre inediti “Botanica della fede” (2022), “Litania del cuore” (2022) e “Oltre la croce” (2022), nella Biblioteca sono esposte alcune opere storiche su tavola e su carta che illustrano il percorso dell’artista.

«Ombra che rischiara, luce che adombra. Siamo – scrive il curatore Massimo Silvotti – nell’Oratorio di San Cristoforo e già questa Cupola del Bibiena dove l’altezza è profondità, ci disorienta. Tutto è precipiziale, eppure saldo, possente, marmoreo. E la sontuosità del Barocco che pure ci cinge di allori, appare fuori casa, spaesata. La chiesa è un teatro, la preghiera, l’acuto di una soprano. È qui che s’innesta Galliani, anch’egli a suo modo Barocco, per sottrazione. Egli ci conduce lo sguardo verso dettagli vibranti, dove parrebbe che tutto abbia inizio. Il buio si riaccende e i neri o i grigi, svestendosi della loro opacità ci invitano a un sussulto di vita. Si avverte in lontananza un sussurro, somiglia a un richiamo, una eco. La solennità del silenzio».

«Galliani – spiega Elena Pontiggia – è uno dei pochi artisti contemporanei che hanno rivalutato e praticato quella che le epoche classiche consideravano l’arte più importante, anzi l’essenza stessa dell’arte. In un mondo dove tutto è virtuale, il disegno è ancora l’arte della mano, del polso, dell’homo faber. Il disegno, con le sue ombre e i suoi contrappunti, le sue gradazioni e le sue sfumature, le sue tonalità espressive mai urlate e mai sgargianti, è una delle tecniche artistiche più capaci di parlare attraverso accenni e allusioni, cioè di rivelare. Proprio questa tecnica lenta, millimetrica, paziente, reticente, retrattile, introversa, sottocutanea, è capace di dire quello che a rigore non è possibile dire. […] La pittura di Galliani è metafisica non perché dipinge manichini e piazze straniate, come de Chirico, ma perché disegna tutto alla luce, anzi nell'oscurità, di un infinito mistero».

«Nella sua arte – conclude Giovanni Gazzaneo – Omar Galliani aspira a un disegno infinito, ma prima che senza confine è senza tempo. Non si consuma nell’ossessione del presente. Non si specchia nel nobile passato. L’arte di Galliani è aperta all’irrompere dell’Oltre, è ricerca struggente di bellezza. Una bellezza che non ti aspetti e che ti sorprende. Prima non c’era. O forse si annunciava come sogno. Di più: come speranza. Eccola che si fa volto, cuore, paesaggio, fiore, stelle, corona di spine…».

In occasione della mostra, è possibile visionare anche la collezione del Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo, costituita da poesie inedite, lettere autografe, libri di poesia di assoluta rarità, riviste letterarie introvabili, installazioni, quadri, sculture, opere di poesia visiva, lineare, concreta. All’interno dell’Oratorio di San Cristoforo è, inoltre, contenuta una fornitissima biblioteca di poesia contemporanea (ma non solo), italiana e internazionale.

L’esposizione è realizzata con il sostegno di Banca di Piacenza (main sponsor), Fondazione di Piacenza e Vigevano (main sponsor) e Confindustria Piacenza (sponsor), con il supporto della Diocesi di Piacenza e Bobbio, della Fondazione Crocevia, della Fondazione Donatella Ronconi - Enrica Prati, di Piacenza musei in rete e del Quotidiano Libertà (media partner).

Il catalogo della mostra (edito da puntoacapo Editrice), curato anch’esso da Massimo Silvotti, si avvale dei contributi critici di Elena Pontiggia e Giovanni Gazzaneo, delle fotografie di Carlo Vannini, delle poesie e prose poetiche di Edoardo Callegari, Roberto Chiapparoli, Sabrina De Canio (condirettrice generale del Museo), Domenico Ferrari Cesena (presidente del Museo), Barbara Rabita, Antje Stehn e Omar Galliani e infine di una breve monografia sulla Chiesa di San Cristoforo, stilata da Simona Minarelli.

Il Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo (angolo via Genocchi - via Gregorio X) è aperto al pubblico dal 3 al 24 settembre 2022 da giovedì a domenica con orario 11.00-19.00; chiuso nel mese di agosto. Ingresso intero Euro 7, ridotto Euro 5 (under 18 e over 65). Per informazioni: T. +39 347 0359629, direzionemuseopoesia@virgilio.it, www.museopoesia.it, www.facebook.com/PiccoloMuseodellaPoesia.
 
 
 


CSArt - Comunicazione per l'Arte di Chiara Serri
Via Emilia Santo Stefano 54, 42121 Reggio Emilia
T. +39 0522 1715142
info@csart.it
www.csart.it

Unsubscribe