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Ein Blick


Indirizzo
Hackenst. 5
Sede
Galerie Filser & Gräf
Citta
Monaco
Tipologia
Mostra personale



Ein Blick
Mostra personale - Da Sabato 8 marzo 2014 a Sabato 22 marzo 2014 Galerie Filser & Gräf | Monaco

La Galerie Filser & Gräf di Monaco ospita, dall'8 al 22 marzo 2014, "Ein Blick", mostra fotografica di Kai-Uwe Schulte-Bunert. Inaugurazione: sanato 8 marzo, ore 11.00-18.00.

Il titolo della serie di ritratti che Kai-Uwe Schulte-Bunert ha realizzato di recente a Monaco, gioca sul termine tedesco Blick, sguardo. Ein Blick indica ironicamente "uno sguardo", quello di chi si trova dietro l'apparecchio fotografico, il suo punto di vista unico, e contemporaneamente lo sguardo del soggetto che penetra l'obiettivo, puntando dritto agli occhi dell'osservatore. Quest'ultimo viene colpito dallo sguardo, come fosse una freccia che parte da un "altrove" - una  sorta di punctum barthiano - che lo coinvolge, illudendolo di arrivare attraverso il volto e gli occhi a una forma di accesso all'interiorità di un estraneo. Questo gioco di rimandi tra fotografo, soggetto e osservatore rientra nella più classica tradizione del ritratto frontale. Qui il soggetto tende a posare riproducendo un'immagine di sé come se fosse davanti allo specchio e quindi a fornire una posa controllata perché a lui consueta. Il contrario della spontaneità, se si vuole. A questo punto la questione diventa complessa e riguarda in qualche modo la verità del ritratto. Quand'è che la fotografia riesce a cogliere al meglio l'essenza dell'individuo? Quando mira alla spontaneità, con un soggetto che non si accorge di essere fotografato, o si comporta come se non sapesse di essere nel campo d'azione di una macchina fotografica? Oppure quando il soggetto si mette consapevolmente in posa, mostrandosi per quello che è e trovando nell'atto stesso del posare la libertà di essere se stesso, come suggeriscono i ritratti di August Sander?

Il termine tedesco Blick ha molte più implicazioni, che ci aiutano a riflettere meglio su questo punto chiave del dibattito iniziato oltre un secolo fa sul ritratto fotografico. Si è portati inconsciamente a credere che lo sguardo (Blick) - e con esso anche il suo doppio meccanico (l'apparecchio fotografico) - abbia una capacità di penetrazione della superficie del volto e fornisca automaticamente una conoscenza più profonda (Einblick), consentendo l'accesso a un luogo interiore che ci possa dischiudere l'essenza di un io individuale o addirittura dell'anima. Il tempo della fotografia, poi, cioè la durata dello scatto dell'otturatore, corrisponde perlopiù a un battito di ciglia, a un istante (in tedesco Augenblick). La fotografia rappresenta così il trionfo dell'Augenblick sullo scorrere del tempo. Proprio lo sguardo immortalato nel ritratto frontale sembra essere quello che maggiormente penetra e al contempo lascia penetrare la propria superficie.

Kai-Uwe Schulte-Bunert sceglie il primo piano ravvicinato e ritrae i suoi soggetti perlopiù senza trucco e senza ricercare spontaneità, con un approccio seriale, quasi indagatorio. Questo disinteresse per qualsiasi forma di spontaneità, reale o simulata, fa emergere i volti - ma prima di tutto lo sguardo - come fonte di ineluttabile ambiguità. Di fronte a questi volti così diretti e nudi non si può non fermarsi e ricambiare lo sguardo. E in questo scambio di sguardi riconoscere la molteplicità che alberga in ognuno di essi, esattamente come nel proprio. In questo senso il ritratto mantiene il suo fascino come forma "archetipa" della fotografia. La riduzione al volto suggerisce che in fondo tutto quello che cerchiamo dalla fotografia è lì, nel fermare l'ambigua superficie di uno sguardo estraneo, che altro non è se non il riflesso del nostro stesso sguardo.

La serialità con cui Kai-Uwe Schulte-Bunert scatta ogni immagine tende a porre in evidenza la diversità umana senza mediazioni estetiche, ma con una concentrazione totale sui caratteri individuali. Ripresi con una tecnica priva di artifici, che evita di abbellire o addolcire in alcun modo la superficie dei visi - rinunciando ovviamente al ritocco - i tratti individuali di ognuno vengono massimamente messi in risalto. Questa accentuazione estetica dei caratteri del viso e dei segni che il tempo ha lasciato su di essi, si può interpretare come un contraltare all'estetica patinata che contraddistingue le immagini "ideali" costruite per la pubblicità. In questo senso la scelta del grande formato aggiunge un ulteriore strumento di lettura delle fotografie, facendo di ogni volto un vero e proprio paesaggio da esplorare.

Per informazioni: www.filserundgraef.de.

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Kai-Uwe Schulte-Bunert
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