SpazioArte Prospettiva16 di Boretto (RE) presenta, dal 10 al 25 marzo 2018, "Uomini, città e destini possibili", mostra personale di Alberto Bertolotti. Promossa dall'Associazione Boretto Arte e Cultura con il patrocinio del Comune di Boretto, l'esposizione sarà inaugurata sabato 10 marzo alle ore 17.30, con una presentazione di Ivan Cantoni.
Si legge nel testo di Ivan Cantoni: «[...] In queste folle urbane i corpi sono ben distinguibili, hanno una plasticità robusta, che non impedisce loro di muoversi con disinvoltura. Nessuno è fermo, ognuno è colto nell'atto di compiere un gesto, di camminare, danzare, conversare. L’impossibilità di trovare un ordine non impedisce l’aggregazione: esistono gruppi di figure interagenti, crocchi, piccole schiere che si dirigono nella stessa direzione [...]. Non c’è omologazione, non ci viene trasmessa la sensazione inquietante di una massa anonima e potenzialmente manipolabile (tema tipico di molta arte concettuale del XX secolo). L’umanità indaffarata di Bertolotti non ha nulla di ostile, anche se il punto di vista da cui ci viene presentata impedisce di distinguere i volti e, elemento forse ancora più significativo, il genere di ogni figura. Non distinguiamo gli uomini dalle donne, abbiamo di fronte una folla di “umani” la cui sessualità non viene connotata in modo evidente. Di molti di loro si ha la sensazione che siano nudi, eppure nemmeno la nudità ne rivela il sesso. Una schiera di considerazioni sociologiche potrebbe scaturire da questo dato, che presentiamo semplicemente come uno dei molti segni della capacità dell’artista di tradurre in immagini intensamente evocative la carica “potenziale” dell’umanità contemporanea, in cui identità e ruoli sono così fluidi, così destrutturati da rendere assolutamente plastici i destini degli individui. Le democrazie occidentali hanno lavorato per secoli alla distruzione di ogni dogmatismo, hanno liberato il soggetto dalle costrizioni di qualunque fede o sistema di valori imposti dall'alto, svincolandolo da qualunque sovrastruttura. Le città di Bertolotti sono luoghi in cui si incontrano e interagiscono miriadi di liberi percorsi individuali sottoposti a volontà, scelte, influenze così complesse da non essere sintetizzabili in alcun modello organico. Le sue tele sono carte di una geografia umana senza punti cardinali, dove le strade seguite da ciascuno si autogenerano istante dopo istante. Sui volti o nei gesti dei suoi personaggi tracciati sommariamente pare di leggere una mescolanza di esaltazione e disorientamento, di serenità e vertigine. La stessa vertigine provata da chi, muovendo lo sguardo fra le miriadi di figure, ha la sensazione fugace di riconoscere se stesso». Alberto Bertolotti è nato nel 1952 a Reggio Emilia. Ha Frequentato l’Istituto Statale D’arte “G. Chierici”, diplomandosi nel 1971. È il nonno, scultore, che gli trasmette la passione e la prima formazione tecnica relativa alla pittura ed alla scultura. Dal 1974 lavora come insegnante atelierista nelle Scuole Comunali dell’Infanzia di Reggio Emilia. Da sempre lo accompagna un grande interesse verso la grafica, la pittura, la scultura, in cui le rappresentazioni figurative diventano uno dei motivi del suo percorso esplorativo. La sua figurazione parte dalla tradizione classica ma viene arricchita di contenuti legati all'uomo e al mondo contemporaneo. Vive e lavora a Castelnovo Sotto. Per approfondimenti: www.albertobertolotti.net.
L’esposizione sarà visitabile fino al 25 marzo 2018, di sabato ore 16.00-19.00, domenica e festivi ore 10.00-12.00 e 16.00-19.00. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 333 8494623 (Gian Luca Nizzoli), 335 8376777 (Antonio Artoni), 348 4428586 (Ettore Alberani), 0522 964234 (Henry Guatteri), 333 7991056 (Sara Giuberti), 339 6016043 (Domenico Bergamini), prospettiva16@virgilio.it, www.facebook.com/prospettiva16. |