Indirizzo |
Via delle Fosse di Castello, 2 |
Sede |
Galleria d'arte Triphè |
Citta |
Roma |
A cura di |
Maria Laura Perilli |
Tipologia |
Mostra personale |
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El gran silencio - Enrique Moya Gonzalez |
Mostra personale - Da Mercoledi 15 novembre 2017 a Venerdi 15 dicembre 2017
| Galleria d'arte Triphè | Roma
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La sede romana della Galleria d’Arte Triphè (Via delle Fosse di Castello, 2) presenta, dal 15 novembre al 15 dicembre 2017, "El gran silencio", mostra personale dell'artista Enrique Moya Gonzalez, a cura di Maria Laura Perilli.
Realizzata con il patrocinio dell'ufficio culturale dell’Ambasciata di Spagna in Italia e di AEPE (Associacion Espanola de Pintores y Escultores), l'esposizione sarà inaugurata mercoledì 15 novembre alle ore 19.00.
Scrive la curatrice: «Le opere di Enrique Moya Gonzalez accolgono l’osservatore in uno spazio fatto di silenzi, tempi cadenzati, dimensioni rarefatte ed ovattate. L’opera di questo artista si propone come una suggestiva e colta accoglienza nei confronti di chi si accinge a percorrere la strada di questo “grande silenzio”. Una tacita e taciuta dimensione nella quale, come funamboli su una corda, aleggiano disegni a matita di corpi quasi in trasparenza, farfalle bloccate per sempre in una non determinabile dimensione temporale e i libri, forse anche essi inseriti in un’incerta, falsa, immortale sopravvivenza alla storia. Nel libro sta, talvolta, una verità celata; nelle pagine bruciate rimangono anche fogli bianchi, risparmiati al sacrificio. In fondo, solo attraverso quegli scritti che giungono alle anime e alla loro libera interpretazione da lettori , si svela tra le righe, una verità celata, la propria verità e non quella universale. Nel non tutto bruciato e in una farfalla che si appoggia ,c'è la speranza di un rinnovato pensiero; un pensiero che non può esimersi dal non distruggere totalmente quella eventuale “esposta” verità ,senza la quale non si scoverebbe una eventuale “vera e propria” verità celata. Mi piace riportare una frase tratta dal libro “Lettere ad un bambino mai nato” di Oriana Fallaci: “Appena affermi qualcosa, ne vedi il contrario. E magari ti accorgi che il contrario è valido quanto ciò che affermavi”. Il corpo, in tutte le sue parti, quasi come un contenitore, interagisce con il libro: le mani per sostenerlo, gli occhi e la bocca per leggerlo, le orecchie per ascoltare il ritorno di ciò che si legge; tuttavia solo una parte è legata al libro da un filo invisibile: la mente. La mente, infatti, assorbe quella verità scritta e poi la rielabora. La metabolizza e, successivamente, entra nel grande silenzio della riflessione. La scatola corporea si rilassa, appoggia la testa e il peso di quella verità scivola via; il pensiero gira e svuota la mente per arrivare alla verità celata. Da qui la leggerezza dei corpi disegnati da Enrique Moya; la scatola del corpo non c'é più; è rimasta solo l'anima e il corpo diviene una trasparenza in lontananza, attraversata da parole e pensieri in piena e continua rielaborazione. In alcune opere poi l'immagine della verità è avvolta in una ovale cornice dorata sulla quale si poggia una impalpabile farfalla: Arriva dopo la tempesta un grande silenzio / In un’area rarefatta sta la poesia della leggerezza / Sulla punta di un insetto / Dal fascino e dalla forma immortale».
La mostra è visitabile fino al 15 dicembre 2017, da martedì a sabato con orario 10.00-13.00 e 16.00-19.00, chiuso domenica e lunedì. Per informazioni: tel. 366 1128107, www.triphe.it.
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