La Chiesa dei SS Carlo e Agata a Reggio Emilia, sede dell'Associazione Culturale Flag No Flags, ospita, dal 6 maggio al 5 giugno 2016, in occasione di "Fotografia Europea", la mostra "Heav·en", curata da Manuel Portioli in collaborazione con Helene Førde e Meng Yuan con opere di Vilje Celin Kern, Sofia Magdalena Eliasson, Stefano Ronci, Teppei Koseki, Tian Xiaolei, Ding Ning, Icaro Zorbar, Po Hexagram - Zhang Xiaodi.
"Heav·en" esamina l'idea di “cielo”. Cielo, in inglese Heaven/sky, è il termine con cui in italiano viene definita l'atmosfera della Terra. Il cielo ha assunto nel corso dei secoli diverse definizioni: sfera celeste, volta celeste, Paradiso, Etere. “Esso è la sede delle divinità oppure una divinità stessa; talvolta il cielo stesso presta alla divinità stessa alcuni suoi attributi. Presso i popoli primitivi la divinità celeste s'identifica in genere con quella suprema, mentre quella sotterranea, ctonia, ne è in qualche modo nemica o contrapposta. Fin dall'antichità quindi il cielo era il luogo della trascendenza; vasto e sconfinato, dava l’idea dell’immensità di spazio, dell’universalità di pensiero, della pienezza del sentimento, della dolcezza e della grazia, della beatitudine. Le prime divinità furono quelle del cielo (come ad esempio il dio dei tuoni o Zeus)” – Wikipedia.
"Heav·en" raccoglie tramite una selezione di video le rappresentazioni di “cielo” di artisti di differenti nazionalità, religione e background. La mostra si propone come indagine contemporanea di spiritualità allargata, non limitata ai confini nazionali, ma unita sotto il medesimo cielo che si fa legame unificante e soggetto accomunante. La scelta della chiesa come luogo per l’esibizione non è casuale. La chiesa si pone idealmente come cornice storicizzante ed a suo modo installativa. La chiesa rappresenta “la casa di Dio” in terra, la casa di un Dio che ha come sua dimora i cieli. La chiesa che con i suoi campanili aspira ed inspira al cielo è cielo stesso sulla terra. La chiesa compie appieno la sua triplice funzione di cielo teologico, di connessione architettonica al cielo fisico e di rappresentazione immaginifica di cielo tramite i dipinti che classicamente ne decorano i soffitti.
La mostra, riallacciandosi alla tradizione di cieli affrescati in grado di concretizzare preghiere e pensieri di generazioni di fedeli, propone nuove e contemporanee vedute dell'ultraterreno.
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