“Creami” è il titolo dell’ultimo ciclo di sculture realizzato da Graziano Pompili: invocazione imperiosa, supplica estrema, che la materia – un blocco di marmo non ancora pienamente sbozzato – rivolge all’artista che se ne sta in piedi di fronte ad essa, in un atteggiamento di attesa e di apparente sospensione dell’agire, di fronte al compito che lo attende, mentre sta valutando quale sia la strada opportuna da intraprendere per affrontare il corpo a corpo con la materia stessa.
La personale di Graziano Pompili, uno degli scultori più interessanti del panorama italiano degli ultimi cinquant’anni, si inaugura venerdì 8 giugno 2018 alla Galleria Radium Artis di Pietrasanta (LU) ed è aperta fino a venerdì 6 luglio 2018, e presenta tre opere di questo nuovo ciclo dell’artista, realizzate in due materiali (marmo e cemento) che Pompili accoppia per la prima volta, assieme a una serie di sculture degli ultimi anni che ci permettono di cogliere appieno la poetica che s’incarna nella serie di opere “Poeticamente abita l’uomo”, cui l’artista lavora assiduamente da tre decenni. Questa ormai lunga serie di sculture si misurano costantemente con l’immagine ancestrale della casa – in marmo, terracotta e lamiera sagomata – la quale si staglia imponente in primo piano, o costituisce un rilievo appena, dentro l’immensità del paesaggio: costante emblema di un desiderio di fuga dal mondo, di porto e di rifugio cui sempre si può fare ritorno – simbolo, la casa, che si colloca fuori del tempo, microcosmo che esprime una tensione verso l’assoluto.
Accanto a questo ciclo, non si possono dimenticare le figure e le teste che proiettano un’ombra retrostante in ferro, una sorta di eco, di doppio che moltiplica e rafforza la visione, né, infine, le opere della “Via Crucis” in terracotta, ripetutamente esposte, in Italia e all’estero. Oltre alle sculture, la mostra di Pietrasanta presenta una serie di splendide carte a colori che Pompili ha disegnato negli ultimi mesi, mentre prendeva corpo la suggestione di questo nuovo motivo del confronto, del muto colloquio tra materia e artista.
La mostra di Graziano Pompili alla Radium Artis – che già ha dedicato due personali all’artista: la prima, “Bianco&Nero”, nel 2003, nella sede di San Martino in Rio (RE) e la seconda, “La bella estate”, nel 2008, a Pietrasanta – si inaugura venerdì 8 giugno, alle ore 18.00, alla presenza dell’artista e con la presentazione di Sandro Parmiggiani, e può essere visitata nei seguenti orari: dal mercoledì alla domenica ore 10.30–13.00 e 17.00–23.00 o su appuntamento (tel. 349 4958166).
Graziano Pompili è nato a Fiume nel 1943; dopo l’espulsione forzata dalla terra natale, l’Istria, nel 1947, trascorre l’infanzia e l’adolescenza in Romagna, dove si forma all’Istituto Internazionale per la Ceramica, avendo come maestri Angelo Biancini e Carlo Zauli. Frequenta successivamente l’Accademia di Belle Arti di Bologna, nella quale segue in particolare i corsi di scultura – sotto la guida di Umberto Mastroianni e di Quinto Ghermandi – e dove diventerà, nel 1977, docente di Scultura in marmo; sarà poi professore di Scultura per l’arte sacra all’Accademia di Brera. A vent’anni, nel 1963, Pompili si trasferisce a Reggio Emilia, per insegnare all’Istituto d’Arte Gaetano Chierici; nel 1982 si stabilisce a Montecchio – nel 2015-2016 il suo Comune di adozione gli ha dedicato la prima edizione della rassegna “Profeti in patria” – e va ad abitare in una vecchia casa all’estrema periferia del paese, immersa nella campagna perennemente segnata dal ciclo delle stagioni, abitazione che è diventata quella che può essere definita, per come lui e la moglie l’hanno negli anni plasmata, “la casa della vita”, per usare un’espressione cara a Mario Praz. |