Camminare di lato, lentamente. Tenersi sul bordo del transito, lungo un marciapiede dal quale la vita scorre veloce. Uno spazio cerniera tra realtà ed immaginazione, in cui arrivano solo pezzi di mondo, o meglio, pezzi di un mondo a pezzi: porzioni di corpi e frammenti di paesaggio combinati tra loro in un equilibrio precario, dove il dato reale, spesso lacunoso, è sorretto dall’invenzione. Visioni parziali, l’una di seguito all’altra, integrate in una composizione rassicurante, che nasconde tuttavia elementi dissonanti.
Nasce dal lavoro dell’artista americana Anna Conway, esposto nel 2016 alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia, e da un suo dipinto in particolare in cui si scontrano realtà parallele, la nuova produzione pittorica di Fosco Grisendi (Parma, 1976) che, dopo aver portato le opere della serie Stand your ground in giro per l’Italia, è ripartito dalla ricerca, prendendo per la prima volta in considerazione il paesaggio.
La mostra trae il titolo da un quadro del 2016 – Sidewalks – in cui la figura umana è posta in dialogo con l’ambiente che la circonda. Il percorso, che comprende opere realizzate dal 2014 ad oggi, si articola in tre nuclei principali: in primo luogo i dipinti e i disegni inediti; in secondo luogo alcune tele e carte della serie Stand your grand, che usa il wrestling come metafora della società contemporanea, tra abuso di potere e messinscena teatrale; in terzo luogo lavori a tema sportivo, alcuni dei quali presentati dalla Galleria Bonioni Arte a Bologna per SetUp Art Fair 2016.
Le opere del 2016 e del 2017 costituiscono il punto di partenza per una nuova serie, qui esposta allo stadio embrionale. Dopo anni in cui i personaggi erano disposti su più livelli, come tasselli di un ipotetico rebus, e il successivo accentramento della figura, che nella serie Stand your ground diventa fulcro della visione con corpi di grande possanza, riproposti anche nei lavori a tema sportivo (Cruel, Sketch), ora l’uomo è immerso nel paesaggio, in una natura sublime, a tratti soffocante.
I soggetti di questa nuova produzione sono prevalentemente adolescenti, intenti a camminare, a saltare, a partire zaino in spalla, a fare qualcosa che, tuttavia, non stanno ancora facendo e probabilmente non faranno mai. Ciò che interessa all’autore è l’attimo di sospensione, l’attesa, il tuffo che congela la visione, portando il visitatore a fermarsi, a riflettere, a mettere in dubbio la lettura più semplice, lineare, ciò che di fatto ci si aspetterebbe di vedere.
Una pittura pop, quella di Fosco Grisendi, volutamente sintetica, che allude anziché descrivere, avvalendosi di alcuni elementi linguistici propri del mondo della grafica e del fumetto. Fondi neri, contorni netti, campiture piatte (blu, verde, bianco) per una ricerca che pone la verità anatomica in secondo piano, lasciando spazio al gesto in potenza, a ciò che potrebbe accadere sulla tela accettando l’opera e il suo mistero.
Testo scritto in occasione della mostra Sidewalks, a cura di Alessandro Gazzotti e Chiara Serri, Musei Civici, Reggio Emilia, 2017.
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