Stand your ground |
Antonio Zoretti |
Sospese, sollevate ma attive le figure di Fosco Grisendi. Alcune pensanti, ma solitamente operanti. Rimandano agli antichi atleti greci o romani quelle sportive, altre isolate e dimentiche nell’ambiente. Gli sfondi neri esaltano l’effigie; lo sfondo bianco stuzzica solo il segno. Figuri insieme strani ed animali impressionano un quadro sognante. Attività circensi, da luna park o olimpioniche riempiono insieme gli spazi. Sembrano quasi mute, assenti le figure presenti: impressioni d’un attimo fuggente. Un fermo immagine importante ne esalta il momento; un ventaglio di differenze animate in un flash laddove si ostina a rimaner presente. In questa chiave di lettura è perfetto Fosco Grisendi; il ricordo, la memoria della prestazione viene esaltata ed evocata nella raffigurazione. Guardare è fermare una dimensione intemporale che torna presente come attimo rimemorato. Una esercitazione artistica, questa, presente a se stessa. Da qui, la nostalgia paradossale tributata a quanto è stato. L’arte, infatti, ferma in un momento (nella fattispecie con una immagine) l’aria avvenuta negli ambienti raffigurati: un ring, una palestra, un ambiente sportivo, un circo o altro. Si fa sempre più evidente in Grisendi la sua sottrazione che, secondo svariate soluzioni, via via si svuota; restituendo la sua poetica in un flash, purificata da tutto l’apparato rappresentativo e descrittivo. La sua operazione con la quale toglie una quantità di immagini lasciando solo un’impronta, un segno, non è una liberazione fine a se stessa. Lo dimostra il fatto che egli intende lasciare una traccia che preceda l’emozione, la sensazione. Grisendi racchiude e isola l’evento, che si separa dall’organismo nell’insieme. Un residuo, insomma, geniale e artistico, lasciando un gesto della sua firma. Ed è ciò che resta della firma. Queste composizioni, l’artista, le crea per chiunque, affinché vestano l’attimo, mandando tutto l’impianto decorativo a scatafascio. Nello sport in un attimo ci dà questo: un calciatore in un assist può dare questo, un pugile in un attimo… un tennista in una volée può dare questo. Ma non è più sport ma un momento grandioso di sport, esaltante e indimenticabile, per cui la gente pagherebbe pur di rivedere quell’attimo. Grisendi esemplifica quello su cui pensatori hanno teorizzato e scritto anche saggi, ed altri artisti hanno praticato come fondamento del linguaggio artistico. L’artefice si produce dunque a sospendere quel che resta del prodotto artistico, come irripetibilità dell’evento… vivente una sola volta! È la sensazione che ci investe davanti alle opere di Fosco Grisendi.
Testo scritto da Antonio Zoretti in occasione della mostra di Fosco Grisendi Stand your ground (Ex Conservatorio Sant'Anna, Lecce, 2015). |
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