La Libreria Strand e Punto Einaudi di Reggio Emilia (Via Emilia San Pietro, 22) ospita, dal 15 al 30 dicembre 2017, la doppia personale di Roberto Steve Gobesso e Fabio Iemmi, intitolata "Tracce d'Oriente". La mostra, che sarà inaugurata venerdì 15 dicembre dalle ore 18.00, nasce da una proposta di Leo van Moric, con il coordinamento di Andrea Riccò e la presentazione di Giuseppe Pannini. Il progetto intende lanciare un ponte tra Occidente e Oriente attraverso la ricerca artistica di due autori accomunati da viaggi ripetuti in Giappone e Cina, da esperienze espositive e professionali, nonché da sodale amicizia. Scrive Giuseppe Pannini: «La mostra è permeata da quel mondo fluttuante di scrittura, segno, gestualità, colore, che abbraccia Giappone e Cina. Un'interazione tra Occidente ed Estremo Oriente che ricorre spesso nella storia. Un recupero di spazi, silenzi, forza segnica, provenienti dalla sapiente filosofia zen che ancora oggi affascina noi occidentali. Tra l'accelerazione del tempo odierno globale e il tempo della meditazione antica, i due artisti ci invitano a ritrovare per ridare senso, forma e contenuto ad uno spazio ideale della nostra vita; spazio molto diverso e lontano dal frastuono visivo e dal mondo artistico contemporaneo. La percezione, la concentrazione visiva in questi lavori è tutta calata in un sguardo interiore. Silenzio, vuoto, contemplazione sono i termini più indicativi e ricorrenti nelle loro opere, che ci spingono ad un anelito spirituale. Gobesso (artista, fotografo, grafico, designer e docente dell'Isia di Urbino) presente con una decina di lavori recenti dal 2006 ad oggi, ci conduce nella millenaria calligrafia dello shodo. Un ideale spazio intorno alla scrittura cinese e giapponese tracciata con pennello su supporti cartacei e serici. Come un Samurai egli scrive parole, ideogrammi, simboli vividi intrisi d' inchiostro nero. Frutto di concentrazione, forza e tensione, l'artista nella fase creativa, danza sulla superficie a terra lasciando al gesto del pennello la sua traccia rivelazione e successivamente nel distacco l'impermanenza. Sarà la trasformazione del tempo, la casualità a rivelarne questo accadimento come atto di un unica esperienza. In alcune occasioni l'artista esegue delle vere performance nel realizzare opere in tutte le sue fasi, davanti al pubblico, come in una azione teatrale. Per Iemmi presente con undici tele (dal 2012 al 2017) è il colore nelle sue infinite possibilità tecnico-espressive a rivelare le tracce del segno. Un segno che si riverbera con gli infiniti gradienti della luce e del suo trasformarsi nelle ore... Ammaliato dalla Cina e profondo conoscitore di questa tradizione (ha svolto attività professionale in Cina con progetti in base alle sue competenze di restauratore di pitture murali e materiali lapidei) ne rimane conquistato. La sua ricerca artistica si è sviluppata negli anni con coerenza, con uno sguardo poetico all'impalpabile elemento della luce, attraverso l'uso del colore. L'artista, con un'intimità raffinatissima di atmosfere e con uno stile pittorico personale (con rimandi per la matericità all'Action painting, all'informale e al gruppo giapponese Gutai) costruisce strutture, tessiture compositive di seducente bellezza. In questi lavori esposti l'occhio occidentale distratto deve fare spazio all'ascolto, utilizzare una serie di canali sensoriali che vanno ben oltre la fisicità. La spiritualità è il centro e l'essenza della loro poetica a cui siamo invitati a riflettere. Sono tracce dell'uomo in via di estinzione, che riscontriamo nel popolo orientale odierno. Fagocitato dalla smania di assimilare il nostro modello di vita, ha perduto la sue vere radici originarie. Come disse un uomo saggio: "Se una luce d'Oriente non salverà l'Occidente sarà l'Occidente a salvare l'Oriente"».
Roberto Steve Gobesso nasce a Udine nel 1955, vive a Todi. Dal 2001 al 2005 è stato docente e coordinatore allo Ied di Roma e dal 2006 insegna "progettazione editoriale" all’Isia di Urbino, dove si è diplomato nel 1979. Si occupa di servizi per la comunicazione visiva, progetti per l’editoria, cartografia storica, infografica e forme di scrittura estremorientali. L’esperienza come fotografo, iniziata nel 1970, lo porta nel ‘73 a realizzare un reportage sulle condizioni di vita dei degenti dell’ospedale psichiatrico di Udine. Nel 1980 inizia l’attività di grafico, prima nello studio di Piergiorgio Maoloni poi in proprio, realizzando progetti editoriali con la Fratelli Palombi, Giunti, per il mensile "Archelogia Viva", Laterza, Curcio, Manifestolibri e CasadeiLibri. Nel ‘92 firma il progetto del periodico "Limes-Rivista italiana di geopolitica" del Gruppo Editoriale L’Espresso e nel ‘97 del mensile "Americana" per Editalia. Nel 2000 disegna il settimanale di calcio e cultura "Rigore", poi il bimestrale "east" di UniCredit per l’editore BandaLarga. Progetta cataloghi d’arte per gallerie pubbliche e private. Ha collaborato con la rivista dell’Aiap "Progetto grafico" e altre pubblicazioni di settore. Nel febbraio del 2006 l’editore CasadeiLibri pubblica la sua opera prima: una graphic novel dal titolo "Ikonomachia - segni, sogni, simboli - UNO il falso in B42". Dal 1993 pratica discipline tradizionali giapponesi ed ha partecipato – con le sue opere calligrafiche – a mostre collettive in Italia, Svizzera, Corea del Sud e Giappone.
Nato a Montecchio Emilia nel 1952, Fabio Iemmi opera tra Reggio Emilia e Siracusa. Dal 1998 ha cooperato a nove progetti di sviluppo culturale promossi e finanziati dall'Unione Europea e dal 2005 svolge missioni di cooperazione internazionale in qualità di esperto per il Ministero degli Esteri, 2005-2007 Sostegno al Museo della Storia dello Shaanxi di Xi’an, Cina, tecniche di conservazione della pittura su muro della dinastia Tang, sec 618–907 d.C. e per Unione Europea, 2008-2010, progetto Han-Pisa, assistenza tecnico progettuale al museo Han Jangling di Xi’an, Cina, sulle tecniche di conservazione e documentazione dei reperti di scavo della dinastia Han, 206 a.C.-220 d.C. Su incarico del Laboratorio dell’Accessibilità Universale dell’Università di Siena, figura tra il gruppo progettuale delle attività di ricerca del laboratorio e del percorso museale Vietato Non Toccare (2004 – in corso). Ha curato numerosi allestimenti e ambientazioni plurisensoriali (Salone Restauro Ferrara 2000 - 2004, Fabbrica del Vapore Milano 2014). Membro del comitato scientifico del progetto Zero Barriere, l’accessibilità conviene – Matera settembre 2014, è uno degli estensori e firmatari, in qualità di esperto dell’estetica dell’Accessibilità Universale, del Manifesto di Matera quale contributo alla candidatura di Matera Capitale della Cultura 2019. Coordina con funzione di direzione tecnica e artistica cantieri nell’ambito del restauro architettonico e artistico e nell’architettura contemporanea, dove realizza anche suoi progetti artistici con le tecniche della pittura su intonaco e ricerche polimateriche. Pubblicazioni e collaborazioni in ambito editoriale. Dal 2013 è nel comitato di redazione di Charade Magazine, rivista di arte, letteratura, poesia e fotografia fondata e diretta dal fotografo siracusano Aldo Palazzolo.
La mostra è visitabile liberamente negli orari di apertura della libreria. Per informazioni: Alberto Mambriani (tel. 320 9686155, libreria.strand@gmail.com).
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