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Arte e Impresa - Dino Zoli, 50 anni di creatività


Indirizzo
Viale Bologna, 288
Sede
Fondazione Dino Zoli
Citta
Forlì
A cura di
Nadia Stefanel
Tipologia
Mostra collettiva



Arte e Impresa - Dino Zoli, 50 anni di creatività
Mostra collettiva - Da Sabato 2 aprile 2022 a Domenica 2 ottobre 2022 Fondazione Dino Zoli | Forlì

Con l’esposizione “Arte e Impresa – Dino Zoli, 50 anni di creatività”, in programma dal 2 aprile al 2 ottobre 2022 presso la Fondazione Dino Zoli di Forlì, si aprono ufficialmente le celebrazioni del 50° Anniversario dell’attività imprenditoriale di Dino Zoli, fondatore di un Gruppo solido, conosciuto e apprezzato a livello internazionale.

Per tutto il 2022, Dino Zoli Group proporrà un ricco cartellone di esposizioni d’arte, incontri ed iniziative tese a raccontare la storia delle undici aziende che lo compongono, a partire dalla capostipite Dino Zoli Textile. Una cultura d’impresa che da sempre pone al centro ricerca e innovazione, ma anche arte e cultura, promozione dei giovani e del territorio, attenzione all’ambiente e al sociale.

L’esposizione “Arte e Impresa – Dino Zoli, 50 anni di creatività”, che sarà inaugurata sabato 2 aprile alle ore 18.00, propone un excursus attraverso le opere della collezione permanente e i principali progetti d’arte promossi dalla Fondazione Dino Zoli in partnership con Dino Zoli Textile e DZ Engineering. Dal 2017, la Fondazione Dino Zoli ha infatti proposto prevalentemente percorsi di ricerca legati al tessuto e alla luce, in linea con le più importanti aree di business del Gruppo.

«Un percorso di Arte e Impresa – scrive Nadia Stefanel, direttrice della Fondazione Dino Zoli e curatrice della mostra – iniziato tanto tempo fa, esattamente cinquant’anni fa. Nel 1972, infatti, iniziava l’avventura imprenditoriale di Dino Zoli. Una giusta dose di coraggio, l’ottimismo e l’intraprendenza lo portarono giovanissimo nel mondo degli affari e nell’arco del tempo a costituire un Gruppo che comprende varie aziende. Ma soprattutto la sua curiosità, la sua passione, la sua apertura alle novità, al mondo esterno, alle nuove generazioni si tradussero in un cammino caratterizzato da tappe fondamentali anche per l’arte. Perché quella passione istintuale, Dino Zoli, l’aveva sempre avuta, era qualcosa di innato che lo faceva e lo fa vibrare di emozioni davanti alle opere di artisti famosi e non».

«L’arte – dichiara Dino Zoli – influisce sul benessere di tutti coloro che hanno la possibilità o la fortuna di poterla vivere. Soprattutto, credo, in un luogo di lavoro. Occuparsi di creatività e arte facendo impresa è una filosofia che contraddistingue il nostro Gruppo, nel quale lavorano con noi persone da decine di anni. La nostra collezione si è arricchita nel tempo. Ho sempre acquistato per il piacere di ciò che vedevano i miei occhi, perché la bellezza dell’arte crea emozione, anche per chi non ne conosce in modo profondo la storia. Pochi anni fa ho acquisito, ad esempio, un’opera di Renata Boero, che ho fatto sistemare nel mio studio. Protagonista è il colore, o meglio la tinta, che l’artista ottiene con la ricerca delle materie prime (erbe, radici, terra) e la loro successiva manipolazione e cottura. Mi piace moltissimo proprio perché mi ricorda la terra, che amo molto».

«Gli anniversari – dichiarano Monica e Marco Zoli, soci Dino Zoli Group – sono momenti costruttivi di gioia e di riflessione, in particolare questo a cifra tonda. Prendersi un tempo di festa e di condivisione per ricordare i passaggi di vita, imprenditoriale, famigliare e relazionale, ha un valore individuale ma anche sociale. Con la creatività e il linguaggio diretto dell’Arte approfondiamo e raccontiamo il percorso di nostro padre che con i suoi pensieri, passioni e valori ci ha coinvolti e ha forgiato la filosofia di un Gruppo fatto di aziende ma principalmente di persone».

Il percorso espositivo si articola in diverse sezioni. La prima parte è dedicata agli autori storicizzati che compongono la collezione d’arte di Dino Zoli Group: Achille Perilli con “Viaggio in Italia” del 1955, Emilio Scanavino con “Tramatura sull’Azzurro” del 1970, Agostino Bonalumi con “Verde” del 1983, Enrico Baj con “Donna e Generale” degli anni ‘80, Mario Schifano con il trittico teatrale del 1993, Mimmo Paladino con la scultura del “Dormiente”, Luigi Ontani con “GallAllegoria” degli anni ’90, Piero Dorazio con “CloKwise” del 1999. E poi le opere di Mattia Moreni, Marco Neri, Alessandro Algardi, Bruno Cassinari, Luigi Veronesi, Ugo Nespolo, Marco Lodola, Salvatore Fiume, Alberto Magnelli e molti altri.

La seconda parte è focalizzata sul rapporto tra arte e tessuto con approfondimenti dedicati alle residenze d’artista di Elena Hamerski e Loredana Galante (frutto della collaborazione tra Dino Zoli Textile, Fondazione Dino Zoli e Associazione Culturale Arteam), alla mostra “È QUI. Un percorso fra luoghi, persone e arte” (in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Bologna e diverse cooperative sociali), all’installazione site-specific “Made in Italy© - Lost Home” (2017) di Mustafa Sabbagh e al rapporto con l’Accademia di Belle Arti di Bologna (Corso di Decorazione, professoressa Vanna Romualdi), di cui sono stati accolti numerosi studenti in stage.

A fare da trait d’union tra le due parti è il progetto benefico “Prego, si accomodi”, promosso dalla fiera Contemporanea di Forlì nel 2004 e sostenuto da Dino Zoli. Una serie di 50 poltrone decorate, dipinte e interpretate da altrettanti artisti contemporanei, come Giosetta Fioroni, Renato Mambor, Pino Pinelli, Gianfranco Notargiacomo, Elio Marchegiani e Nicola Samorì.

A seguire, un focus sulle nuove acquisizioni, da Thomas Scalco e Silvia Margaria (premi acquisto ad Arteam Cup) a Lucia Bubilda Nanni, proposta nel programma “Who’s Next”, teso a sostenere la giovane arte, insieme a Silvia Bigi.

Infine, una sezione dedicata alla fotografia contemporanea, con “Hebe vs. Hebe” di Mustafa Sabbagh ed alcuni lavori di Silvia Camporesi, unitamente alle opere di Alessandra Baldoni, Luca Gilli, Cosmo Laera, Luca Marianaccio, Lucrezia Roda e Pio Tarantini, prodotte da DZ Engineering e presentate in Italia e a Singapore, in occasione del Gran Premio di Formula 1. Sempre alla DZ Engineering sono legati i racconti della Motor Valley di Mindy Tan e Wilfred Lim e gli scatti di Roberto Conte, fotografo ufficiale delle installazioni di Edoardo Tresoldi, invitato a realizzare un progetto site-specific per Singapore e una mostra documentaria per Forlì nel 2018-19.

Il percorso di mostra si chiude con una sezione di documentazione che, attraverso diversi pannelli, racconta la storia di Dino Zoli.

«Sono nato – racconta Dino Zoli – in un periodo e in una famiglia con poche possibilità sulle colline di Forlì, durante la Guerra, conoscendo la povertà come tanti in quel tempo. Quarto di sette fratelli, iniziai presto a lavorare come commesso nella storica corderia Savorani e Tumidei a Forlì, dove rimasi fino alla fine degli anni ‘60; alla morte di mio padre cominciai a pensare di mettermi in proprio per sostenere la famiglia. Nel frattempo mi ero sposato con Umberta ed erano nati i miei figli, Monica e Marco. Nel 1972, esattamente 50 anni fa, incontrai il mio primo socio, Romano Rabà, che aveva un deposito di tessuti per mobili imbottiti e decidemmo di aprire una società insieme, organizzata per servire i produttori di divani e salotti del fiorente distretto forlivese. Dopo 7 anni le nostre strade si divisero, divenni l’unico titolare e assunsi la mia prima dipendente, Orietta Amadori, che nel tempo è diventata collaboratrice fondamentale e pilastro delle mie attività fino al momento della sua pensione e la sua impronta indirizza tuttora l’organizzazione del Gruppo. Il rapporto di assoluta fiducia con Orietta è stato uno degli elementi fondamentali che mi hanno permesso di pensare e prendere altre iniziative e crescere, come il fatto ad esempio che mia moglie Umberta si occupasse totalmente della famiglia lasciando a me grande libertà per dedicarmi al lavoro. L’azienda si trasformò poi in Srl divenendo l’attuale Dino Zoli Textile. Fin da subito investii i guadagni realizzati anche in attività immobiliari, mercato particolarmente vivace in quegli anni. La curiosità e la libertà di movimento mi hanno dato sempre la possibilità di trasformare in azioni le mie idee. Per motivi caratteriali e strategici ho sempre cercato opportunità anche all’estero. Alcuni momenti e incontri sono stati più incisivi di altri, come ad esempio il mio primo viaggio ad Hong Kong con la prospettiva di raggiungere poi la Cina; a quel tempo era molto difficile ottenere il permesso di entrata direttamente nel Paese. Nel tempo sono stati fatti grandi passi avanti e da allora lavoriamo in quell’area di mondo in più ambiti, con relazioni commerciali ormai trentennali. Nel 1990 feci il mio primo viaggio in Brasile, verso l’interno dell’Amazzonia, per progetti legati alla lavorazione del legno. Altro incontro strategico fu con Elizabete Ambiel Serpa, per me Bete, che iniziò prima a lavorare come impiegata nell’amministrazione dell’immobiliare che aprii in Brasile e dopo nella Dino Zoli Tessuti Brasil, partecipata dell’azienda italiana, che commercializza in Brasile e nel mercato sudamericano i tessuti per l’arredamento sviluppati in Italia. Il suo carattere intraprendente e la sua serietà ci hanno fatto entrare subito in sintonia ed ora dirige con successo l’azienda in San Paolo. Fra il 1993 e il 1995, con mia grande gioia, i miei figli, Monica e Marco, entrarono in azienda dopo la laurea, in maniera graduale, occupandosi poi di settori specifici a seconda delle loro proprie inclinazioni. Sono ancora oggi la mia forza per il futuro. Monica si occupa della parte commerciale e delle relazioni interne ed esterne e Marco della creazione, produzione e organizzazione delle attività. Con l’avvento dei miei figli, che hanno condiviso la mia filosofia di lavoro, le attività hanno avuto una spinta alla crescita e anche per me averli a fianco è fonte di nuove motivazioni. Ora la Dino Zoli Textile esporta in oltre 60 paesi nel mondo, produce e commercializza tessuti per arredamento in ampie gamme diversificate per tipologie, pronte per essere consegnate velocemente, uno degli aspetti del servizio che rappresenta la nostra forza. Il nostro viaggio è continuato. Nel 2000 apriamo la Galleria Dino Zoli Arte, nel 2007 la Fondazione Dino Zoli dedicata all’arte contemporanea, nel 2008 la Società agricola I Sabbioni, nel 2011 rileviamo un’azienda di Ravenna che si occupava di illuminazione e sistemi integrati e nasce così la DZ Engineering, nel 2020 fondiamo la Dino Zoli Group Holding che raccoglie le varie aziende sotto la propria ala. Lavorano per me e con me tante persone brave, collaboratori validi, moltissime donne, che mi aiutano a realizzare i numerosi progetti che mi vengono in mente, anche di notte. Molto altro dovrà ancora accadere…».

In occasione del 50° Anniversario è stato realizzato un logo celebrativo che accompagnerà le attività di Dino Zoli Group per tutto l’anno, evidenziando le parole che ne hanno fatto la storia: innovazione, tradizione, creatività, passione.

La mostra, realizzata con il patrocinio del Comune di Forlì e di Confindustria Romagna, è aperta al pubblico da martedì a giovedì con orario 9.30-12.30, da venerdì a domenica ore 9.30-12.30 e 16.30-19.30. Ingresso gratuito, gradita la prenotazione (T. +39 0543 755711, info@fondazionedinozoli.com). Accessi regolamentati nel rispetto della normativa vigente. Per informazioni: T. +39 0543 755770, info@fondazionedinozoli.com, www.fondazionedinozoli.com.

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Dino Zoli | Fondazione Dino Zoli | Monica Zoli | Marco Zoli | Nadia Stefanel
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Dino Zoli
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Marco e Monica Zoli
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Marco e Monica Zoli

Dino Zoli Group. Ph. Cristina Patuelli
Dino Zoli Group. Ph. Cristina Patuelli
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Dino Zoli Group. Ph. Cristina Patuelli

Mustafa Sabbagh, Ebe vs. Ebe, 2017, stampa fotografica fine art su dibond, cm 150x180, esemplare 2-5
Mustafa Sabbagh, Ebe vs. Ebe, 2017, stampa fotografica fine art su dibond, cm 150x180, esemplare 2-5
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Mustafa Sabbagh, Ebe vs. Ebe, 2017, stampa fotografica fine art su dibond, cm 150x180, esemplare 2-5

Luigi Veronesi, Costruzione TG 9, 1987, olio su tavola, cm 100x80
Luigi Veronesi, Costruzione TG 9, 1987, olio su tavola, cm 100x80
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Luigi Veronesi, Costruzione TG 9, 1987, olio su tavola, cm 100x80

Piero Dorazio, Clokwise, 1999, acrilici su tela, diametro cm 121
Piero Dorazio, Clokwise, 1999, acrilici su tela, diametro cm 121
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Piero Dorazio, Clokwise, 1999, acrilici su tela, diametro cm 121

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