"Porterò alla tua soglia frutti rari": mostra personale di Grazia Badari, a cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei, dal 9 settembre al 1 dicembre 2018, presso Villa de Moll, a Brugneto di Reggiolo (RE).
Come si legge nel testo dei curatori, «La poesia nutre il senso di libertà dell'essere umano. Tale afflato alimenta anche la ricerca di Grazia Badari. La libertà dell'animalità, la danza legata all'astrazione che lascia intravedere l'umanità ispira una serie di opere, mentre in "Dilavarsi dell'anima" e "Il tempo delle ceneri" vi è un voluto annebbiarsi della visione dell'interiorità. "Io porto alla tua soglia frutti" rari nasce da un ascolto musicale e rappresenta, metaforicamente, lo struggimento e gli impedimenti che possono ostacolare indelebilmente certi amori, come quello impossibile tra la bella e giovane poetessa Maria Luisa Spaziani e un ormai anziano Eugenio Montale. L'amore stridente viene percepito nella musica, la sonorità è appositamente stridula, con salite e discese. Nell'acquerello, rinforzato a china e acrilico, si nota un forte senso di abbandono ma al contempo l'artista utilizza tonalità molto accese e forti che illuminano una parvenza di speranza, senza avvicinarsi mai al buio del nero, sinonimo di annientamento, con una sorta di scrittura automatica che riporta allo struggimento del difficile sentimento amoroso. Nella serie dei "Movimenti" (blu, verde e caldo) continua, grazie alla luce, una sorta di coreografia immersa tra colori e altre inferenze, come bagliori improvvisi tra le fronde e reminiscenze d'acqua marina mentre le "Farfalle" quasi astratte paiono muoversi con una cadenza a passo di balletto. Di grande impatto è la potente "Via Crucis", unico dipinto a tema religioso sebbene di finalità laica, di grandi dimensioni, nella quale il Cristo diviene monito per l'attuale sofferenza dell'umanità, in cui il figurativo e l'astratto trovano concatenazioni semantiche peculiari. Oltre alla croce, si rilevano diversi particolari che emergono dal buio e da un rosso sangue particolarmente luminoso, simbolo non solo di morte ma anche di luce di forza. Nella serie dei "Nudi" a carboncino, si presentano tormenti corporali che stanno ad esemplificare ferite psicologiche. Il paesaggio che l'autrice respira ogni giorno ha dato il via ad una serie di composizioni dove questo influsso si manifesta in differenziate manifestazioni. Certamente tale dimensione non lascia Grazia Badari insensibile e queste elaborazioni sono qui a dimostrare una sua personale declinazione del tutto, in riferimento anche all'attuale condizione di sofferenza femminile esplicitata dai corpi contorti. Flash e brani di paesaggio padano a lei caro, come quello del Po, si alternano nella serie materica "Sul filo del fiume", dove si mischiano assieme cenere e gesso, mentre la spatola crea la forma dell'opera che gioca sui colori ora caldi ora freddi, con geometrie che motiplicano i punti di fuga mentre grandi opere rosse e gialle riscaldano le pareti con corpi di donna che si sfaldano, fiori carnali e lussureggianti e stanze segrete. L'universo di Grazia Badari è impregnato di luminosità anche quando viene raffreddato dai toni dell'azzurro e dei bistri, sia pure con soggetti diversificati, ora marine, paesaggi urbani, scanditi dal ritmo geometrico delle linee che definiscono l'armonia dei segmenti di colore. Non manca un piccolo spazio per un melanconico romanticismo tutto al femminile, con opere dedicate alla luna e accompagnate da testi poetici. La potenza gestuale del segno pare addolcirsi sulla tela grezza, di sacco, dell'opera "J'aime la nuite" sul quale appaiono forme leggere, quasi cucite sopra ad una tenda fluttuante nel vento, che diventano segni calligrafici di rimando mironiano ne "La luna e le stelle" fino ad arrivare alla metamorfosi dell'astro lunare in donna che scende sulla terra ne "La tristesse de la lune", in cui si intravvedono appena i versi in francese della poesia erotica di Charles Baudelaire e si respira un'atmosfera decadente ma nello stesso tempo intrigante, sempre unita a quella delicatezza interiore che caratterizza l'emotività dell'artista».
L'esposizione sarà inaugurata domenica 9 settembre alle ore 17.30. Orari di apertura: feriali e festivi ore 9.00-12.00 e 15.00-19.00. Ingresso libero. Per informazioni: 335 355136. Per contattare l'artista: 349 8402354.
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