La sede romana della
Galleria Triphè presenta, dal 20 giugno al 15 luglio 2019, "Recollections 1", mostra del giovane artista Filippo Nesci. Con questo progetto la Galleria Triphè apre al tema dell’intelligenza artificiale e, più nello specifico, alle possibili connessioni con il mondo dell'arte.
Curata da Maria Laura Perilli, la mostra sarà inaugurata giovedì 20 giugno alle ore 19.00.In esposizione, quattordici opere, di cui cinque già presentate nella sede di Google in California, tutte realizzate con l'arte del
glitch che, come l’artista stesso ha spiegato in un'intervista rilasciata a Los Angeles nel 2016, “consiste in una sorta di lapsus di come da un errore tecnologico si finisca per generare una nuova forma d'arte”. Gli altri lavori presentati in questa prima personale sono una specie di “memoria digitale, una sorta di mix tra il poco che rimane di umano e la macchina tecnologica; si potrebbe parlare così, prosegue Filippo Nesci, di una AI nostalgica”.
L'apertura di “Recollections 1” sarà accompagnata da un video dialogato, dall'atmosfera anch'essa un po' nostalgica, ma dalla comunicazione tecnologica attualissima dal titolo “And Now i go to sleep”.
La mostra si propone, in certo qual modo, di stimolare il dibattito già affrontato nel 2017 allorchè il laboratorio Art & AI di Rutgers propose, per la prima volta, l'arte prodotta dall'algoritmo Aican. Quest’ultimo, programmato per creare opere d'arte, venne scambiato dal pubblico inconsapevole con un vero e proprio artista, al punto che alcune delle sue opere furono vendute all'asta. Aican è un algoritmo che contiene sia dati propri della storia dell'arte (e dai quali attinge per creare le sue opere), sia elementi del tutto originali e nuovi in grado di catturare ancor di più l'attenzione del pubblico.
C'è da chiedersi: “Cosa manca ad Aican che Filippo Nesci, artista in carne ed ossa, ha?”. L'anima, quel sentire umano che, pur sfruttando al massimo la tecnologia nella creazione artistica, si cala nella realtà con empatia, immergendosi nella situazione dell'altro ed interagendo con l’esterno, senza assumere un atteggiamento passivo, ma sfruttando l'opera creata come una sorta di complice.
Da segnalare l'opera realizzata da Nesci per la Parasoul Sound di New York e il video “Post Human Exe” presentato recentemente al Macro di Roma.