Nel corso della tradizione storico-artistica, gli artisti si sono spesso cimentati per cercare di capire il difficile rapporto tra arte, spazio, tempo e movimento. Da Paul Cezanne che cercava di ricreare le forme geometriche del cono, cilindro e sfera con le sue amatissime mele, ai cubisti che inventarono la quarta dimensione fino ai futuristi che cercarono di catturare il movimento e la velocità della città che saliva vorticosamente, su queste tematiche si sono sempre interrogati fino alla contemporaneità. Corrado Luglio con la serie “Stimoli per creare” composta da 8 diverse opere, tenta di interpretare liberamente questi rapporti attraverso alcuni personali interrogativi, partendo dalla figura umana come punto di riferimento e linea guida. L'artista tenta dunque di risolvere interrogativi filosofici millenari invitando ad una riflessione sull'estetica, le emozioni umane e lo stile utilizzando stilemi differenti a seconda dell'argomento affrontato, fondendo citazioni colte e icone a elementi di un linguaggio figurativo pop e massificato. In Materia la terra secca e cretta (che richiama i celebri cretti di Alberto Burri) fa da sfondo alle materie prime, i materiali da estrazione come la fluorite, e mette in risalto le due figure del minatore (che la estrae per farne pigmento) e del bambino che si sporca le mani giocando con la pittura. La risoluzione pittorica non prende spunto da materiale fotografico bensì dalla creatività dell'autore che gioca a rapportarsi su diversi piani compositivi, bilanciando i cromatismi con la ricerca puntigliosa di un'armonia formale perfetta. L'Immagine, la forza della luce viene identificata dalla luce che illumina, scalda, raffredda cose e persone in un'opera decisamente più concettuale. Al centro si nota il movimento di una figura femminile che si muove leggera sul ghiaccio ma il soggetto è soltanto un pretesto, mentre intorno giocano le ombre colorate dai colori primari. Nulla è mai a caso nella raffigurazione di Corrado Luglio, ogni tono è scientificamente accordato, mentre lo spazio si materializza attraverso la sua forza immaginifica. Il tempo è rappresentato da un'icona stilizzata di bellezza ed eleganza, la regina egiziana Nefertiti, che appare nella girandola dei colori. Con la formula del vettore di Movimento, un tocco e via Toscanini contribuisce ad avviare con la sua bacchetta un percorso lineare che congiunge assieme uomini vitruviani, ballerini, bambini che giocano al pallone. Al centro, la caduta, simbolo di ostacolo per l'essere umano che viene però aiutato dal suo simile che gli tende il braccio. Decisamente più pop è la rappresentazione della Velocità, un soffio e via con l'acqua, le vele mosse dal vento e la formula della forza di gravità accanto all'icona del suo inventore, in cui l'attualità viene qui rappresentata da importanti protagonisti che hanno fatto dello sport la loro ragione di vita. Si arriva dunque al Caos, quale strada che l'artista curiosamente interpreta con un'opera quasi metafisica e dechirichiana come atmosfera, sostanzialmente basata su una prospettiva millimetrica e costruzione geometrica perfetta. La confusione è difatti soltanto mentale, nel momento in cui ci si trova davanti a due strade da scegliere, quella della casualità oppure quella dell'esperienza indicata da una mano simbolica. Il simbolo è l'elemento principale di questo lavoro che rimane enigmatico e carico di mistero. E ancora il Silenzio, in mezzo ad un grande rumore che è quello dell'incomunicabilità, in cui l'essere umano si racchiude in sé con una resa drammatica del colore mentre ognuno dei soggetti guarda in un'altra direzione rispetto all'altro, creando un vuoto attorno a sé. Come molti artisti hanno fatto in passato, non manca un personale apporto al bello in quanto tale, come nella Bellezza, uno sguardo e poi l'incanto in cui viene risolta in chiave universale, con lo stupore davanti alla genialità che incanta. L'artista si ispira direttamente ai capolavori della Cappella Sistina, con un rimando all'arco della cupola, a una delle protagoniste dipinte e all'icona stessa di Michelangelo riportando uno stralcio dei suoi appunti da cui riprende esattamente la scrittura ad inchiostro seppiato. Infine l'autore, per chiudere simbolicamente il cerchio del suo percorso, affronta le Emozioni, con tredici ritratti di personaggi resi con un tratto figurativo che coglie le singole espressioni, drammi e psicologie, a rappresentare le varie sfaccettature del nostro stato emozionale, da Gandhi a Enzo Ferrari passando per i Beatles, all'amore materno da cui parte ogni cosa, e alla nota autobiografica del figlio. Poiché l'arte non è altro che un insieme brulicante di sentimenti raccolti dal nostro agire nel mondo. |