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«Grazie. Le sue foglie sono bellissime. Dove le ha riprese?” chiese la signora. “Nel vostro giardino” rispose il fotografo. Pur essendo “amante delle cose belle”, la signora non aveva mai visto la bellezza delle foglie di cui era pieno il suo giardino. […] In realtà, la bellezza è la cosa che più abbonda nel mondo. Ci vogliono però gli occhi per vederla: una particolare capacità di saper guardare e saper ascoltare» (Diego Mormorio, “Meditazione e fotografia”).
Da 14 al 16 settembre 2018, presso il Parco A. Montanari di Roncocesi (RE), si terrà “Cloroplasti Festival”, festival di energie in verde. Tre giorni di incontri, spettacoli e laboratori, arricchiti da un’istallazione realizzata dall’artista Antonella De Nisco, fondatrice con Giorgio Teggi dell'Associazione LAAI – Laboratorio di Arte Ambientale Itinerante.
«Verde – si legge nel testo di presentazione – come componente fondamentale del paesaggio e bene comune per il benessere delle persone; verde come luogo di azioni sociali, culturali, ricreative ed estetiche. Come il cloroplasto in natura (organulo per la fotosintesi clorofilliana), il festival cercherà di attivare energie contaminanti e rigeneranti stimolate dall'esperienza d'arte e soprattutto dall' esperienza en plein air alla luce. Luce fisica della natura, luce concettuale di ricerca e provocazione artistica. Il parco ha una vita quotidiana che si esplica nel corso dell'anno e delle stagioni secondo ritmi e modalità consolidate. Il festival si inserisce in quel quotidiano come attivatore extra-ordinario di manifestazioni possibili e casomai impreviste, per sperimentare spazialità fisiche e di relazione».
L’installazione “Tralcio di cura” di Antonella De Nisco rappresenta la metafora di un paesaggio che necessita di cure, attraverso un esercizio creativo, educativo ed esperienziale sullo spazio, che l’Associazione LAAI definisce “manutenzione poetica”.
La co-partecipazione dei cittadini alla realizzazione dell’opera, tramite due laboratori in programma il 14 e il 15 settembre 2018, serve ad approfondire l’osservazione di quello strano spazio che si trova “tra” le cose: un tralcio che mettendo in contatto, separa; o separando, riesce a mettere in contatto.
L’opera site-specific, pensata per il Parco della Scuola “San Giovanni Bosco”, all'interno del Parco A. Montanari di Roncocesi (RE), presenta grandi foglie, dalle dimensioni umane che si aggiungono, metafora della resistenza al vento, al tralcio limite. La foglia, infatti, è capace di accogliere la luce, respirare e donare acqua anche quando le condizioni sono sfavorevoli: tessere tutti insieme le foglie può essere un modo di comprendere, con le “mani che pensano”, la necessità di cura verso i luoghi del pianeta. L’installazione tenta la creazione di un margine esterno, dove uomini e donne abitano e lavorano, che è anche un margine interno, intimo e interiore, realizzato con il gesto e l’intreccio, capace di affermare la nostra esistenza/presenza, ri-scoperta dello spazio e dei luoghi. La cura potrebbe proseguire, dopo il laboratorio, con la messa a dimora di piante rampicanti che andrebbero a completare/invadere l’installazione, curate/innaffiate/potate, nel corso del tempo.
Il workshop previsto nelle giornate del 14 settembre (ore 16.00-18.00) e 15 settembre (ore 16.00-18.30), a cura dell’artista, prevede l’intreccio delle potature con il coinvolgimento di un gruppo di cittadini e allievi della scuola. Tale attività creativa dell’Associazione LAAI si pone come obiettivo la sperimentazione di nuove forme di utilizzo collettivo dello spazio come “manutenzione poetica dei luoghi”. L'opera sarà inaugurata sabato 15 settembre al termine del laboratorio, indicativamente alle ore 18.30.
Antonella De Nisco vive a Reggio Emilia. Artista e docente di storia dell’arte, affianca alla pluriennale attività espositiva la realizzazione di progetti, installazioni site-specific, eventi e lezioni. Insieme a Giorgio Teggi ha ideato LAAI - Laboratorio di Arte Ambientale Itinerante, con il quale realizza, con gruppi di cittadini/e, installazioni territoriali intrecciate, tessute, assemblate. Da sempre attenta all’indagine semantica e simbolica dei gesti, dei segni e delle differenze, nei laboratori che realizza, in territori di margine (urbani o naturali), la socializzazione è intesa come incontro capace di favorire scambio, condivisione e idee. Lo spettatore è chiamato ad essere co-creatore nell’azione didattico-laboratoriale, che diventa spazio di relazione e di vita. Il “Laboratorio di Arte Ambientale” intende ri-creare comunità, partecipazione, condivisione attraverso la pratica artistica, che include le persone, come una parte integrante e preziosa, dell’opera stessa. È autrice di articoli e ricerche sulla formazione e la didattica dell’arte. Alcune sue esperienze artistiche sono raccontate e rese visibili nella serie di pubblicazioni tascabili “Collane di Plastica”. |
